Articolata su tre livelli, la nuova cantina Zýmē, rappresenta una sintesi tra l’opera dell’uomo e la natura; essa si pone in relazione dinamica con il territorio in cui sorge, in una zona, la Valpolicella, storicamente segnata dalla coltivazione dell’ulivo e della vite.
Si parte dalla preesistenza ricavata dall’antica cava di arenaria, dove è situata la barricaia, nucleo vitale della cantina, dove i vini vengono invecchiati e affinati.
L’ambiente è reso particolare dalla presenza di una cavità carsica affiorata durante gli scavi dove confluiscono le acque meteoriche e naturali del terreno. Il suono dell’acqua che scorre, fondendosi con il silenzio dei vini che riposano in preziose barriques, conferisce all’ambiente un’atmosfera singolare.
La barricaia è completamente rivestita da lastre di pietra tagliate e ricavate in fase di scavo, disposte con un motivo euritmico ripreso anche nelle pareti esterne di tutta la struttura.
Si passa poi, sempre al piano interrato, alla zona dei semilavorati e dello stoccaggio, importante area caratterizzata da setti e pilastri di colore marrone scuro, tonalità che allude alla terra della cava e che contrasta cromaticamente con l’high-tech dei serbatoi e dei cestoni in acciaio inox.
Infine troviamo la bottaia, dove si situano botti in rovere europeo di pregiatissime produzioni forestali, ambiente reso potentemente suggestivo da una parete a vista di roccia sezionata su cui risaltano i tagli “contemporanei” della pietra e la particolare stratigrafia del calcare estratto.
Al piano terra, collegato al piano interrato e al primo piano tramite scala e ascensore, si trova la zona produttiva, un piccolo wine shop e la hall da dove avviene l’ingresso esterno alla nuova struttura tramite una sorta di vie di lizza (antichi percorsi su cui venivano trasportati i blocchi di pietra dalla cava a fondo valle).
L’entrata della cantina è completamente coperta di vetri calpestabili sotto i quali si scorge una rappresentazione della Valpolicella Classica dipinta da Lucia Gaspari, figlia di Celestino.
Il primo piano, adibito a luogo di rappresentanza, è distribuito tra zona dedicata alla degustazione, sala conferenze, uffici e servizi.
Internamente l’ambiente è caratterizzato dal contrasto tra il chiaro del rivestimento in legno di rovere e lo scuro delle finiture che richiama l’etichetta del From black to white, vino creato da Celestino Gaspari, mentre gli altri spazi alludono cromaticamente alle etichette di altri vini particolarmente importanti per la storia dell’azienda.
Esternamente l’involucro della cantina è caratterizzato da una seconda pelle realizzata in acciaio CorTen che smaterializza e rende più etereo l’intero volume.
Le terrazze esterne rappresentano un’ulteriore integrazione tra natura e architettura dalle quali scaturiscono i giardini pensili, mentre le pareti di protezione schermano la strada rivelando solo le vedute delle colline e dei vigneti circostanti. I tetti verdi, assorbendo il calore, riducono l’utilizzo degli apparecchi di raffreddamento dell’edificio.
Per la copertura del “pentagono” è invece previsto un manto di celle fotovoltaiche, soluzione a totale integrazione architettonica che sfrutta l’energia solare per produrre energia elettrica.
L’architettura della cantina si fa specchio di ciò che il produttore fa, del livello tecnologico con il quale lavora e della filosofia con la quale opera, affinché esterno e interno, etica ed estetica, natura e cultura collaborino in armoniosa sinergia.
Progetto Architettonico di Moreno Zurlo